Anno
1890. In una località della Scozia accadono fatti misteriosi e
orripilanti. Indefinibili ombre si intravedono nei boschi. I guai
cominciano dopo che un paleontologo si stabilisce nel paesino per
degli studi altrettanto misteriosi. Poi il paleontologo viene trovato
morto, ucciso violentemente da qualcuno o qualcosa. L'omicidio attrae
sul posto il naturalista Taddeus Walkley e, indipendentemente da
esso, giunge sul luogo tal Julius Milton, condotto lì da oscuri
sogni rivelatori. Mossi da curiosità scientifica e spirito
d'avventura, i due protagonisti ne affronteranno e ne scopriranno
delle belle.
La
ricerca di libri di fantascienza italiani che brillino per
originalità e qualità di scrittura può condurre fatalisticamente a
opere come Predatori
dall'Abisso.
L'intensità dell'opera, dove ogni frase pare scritta come se fosse
l'ultima, è una delle qualità che si apprezzano di più. Lo stile
elegante, l'atmosfera azzeccata e ben descritta, lo svelare a poco a
poco il grande mistero che aleggia sin dalle prime pagine sono alcuni
fra gli altri elementi che rendono questo manoscritto degno di
rilievo.
Howard Phillips Lovecraft sembra essere l'ispiratore principale del romanzo.
Citando e anzi ampliando un concetto già espresso dal maestro della
letteratura horror e fantascientifica del Novecento (si veda il
racconto Il
Richiamo di Cthulhu),
attraverso uno dei suoi protagonisti l'autore scrive: «Anche se la
scienza sapesse dare agli uomini la visione d'insieme del folle
Universo in cui vivono, essi fuggirebbero davanti alla luce del
sapere verso la placida ignoranza e se la darebbero a gambe
terrorizzati sino a riguadagnare il confortevole rifugio delle loro
certezze, delle loro fedi millenarie e delle loro religioni». Altre
cose ricordano Lovecraft, dall'impostazione tutt'altro che
antropocentrica al potere attribuito ai gatti. Restando in tema e
riagganciandosi alla citazione d'inizio paragrafo, un altro dei
protagonisti giunge alla conclusione, e non è il solo a pensarla
così, che l'indagine scientifica conduce a «sempre più misteri»,
a «risposte parziali che spalancano le porte a infinite domande,
infinite domande che portano ad altre infinite domande, con nessuna
speranza di chiudere il cerchio».
Predatori
dall'Abisso è
un romanzo di fantascienza diverso, lontano anni luce dalla
onnipresente science fiction tecnologica e astronautica che
caratterizza molti dei romanzi fs moderni e non solo. In esso
mistero, meraviglia, scienza, orrore e avventura si uniscono per dare
un libro intrigante e spassoso. Si potrebbe anche gridare al
capolavoro ma tutto dipende da cosa si cerca nei libri di
fantascienza o fantastici in generale. E' evidente che l'autore abbia
pensato a dare sfogo della sua creatività e del suo modo di vedere
le cose senza porsi il problema di venire incontro ai gusti più
gettonati del mercato. Inoltre, cosa assai curiosa e che ricorda
ulteriormente lo scrittore di Providence, la storia è ambientata
sulla Terra e tuttavia ci mostra indirettamente un Universo molto più
vasto e sinistro di qualsiasi space opera. E non si dica, come fanno
in molti con il compianto Lovecraft, che questo non è un libro di
fantascienza.
IvoTorello è un autore noto per i suoi svariati racconti, come ad
esempio quello dal titolo
Nuova
Carne,
che merita certamente una lettura. Torello usa un linguaggio semplice
e sviluppa la trama in maniera altrettando fruibile, facendola
scorrere ad un ritmo non velocissimo ma costante, in modo da tenere
viva l'attenzione senza intoppi. Il suo Predatori
dall'Abisso è
un dosaggio consigliato e privo di controindicazioni.
Flavio Alunni
Ciao Flavio, bella recensione. Libro inserito nella mia wishlist.
RispondiEliminaGrazie collega! Spero che non te ne pentirai. Ma è un rischio che sono disposto a correre. Se consiglio qualcosa è perché ci credo fermamente.
RispondiEliminaBeh, le premesse sono buone e poi adoro Lovercraft. E' con "Le montagne della follia" e "Kadath" che ho cominciato ad appassionarmi alla letteratura fantastica.
RispondiEliminaUn maestro ineguagliabile che ha scritto tanto e meravigliosamente bene. Ho ancora da leggere circa la metà dei suoi racconti.
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