Greg Egan, classe 1961, è
uno scrittore australiano le cui opere sono spesso e volentieri
complesse da leggere a causa di una componente scientifica
preponderante. A tal proposito i suoi romanzi e racconti sono
classificati nella cosiddetta "hard science fiction", e
forse da questo punto di vista Egan va considerato come uno degli
autori più ambiziosi e difficili del ventunesimo secolo. Vincitore di numerosi premi
prestigiosi nel campo della fantascienza, ha
scalato la classifica del Premio Hugo 1999 con "Oceanic",
che però è un romanzo semplice e comprensibile a dei comuni mortali
ma non per questo dal contenuto meno importante.
Il romanzo rappresenta
l'eterna lotta tra scienza e religione, che l'autore proietta fino a
un lontanissimo futuro, sullo sperduto pianeta Covenant. Da quando il
pianeta è stato colonizzato dagli abitanti della Terra ventimila
anni prima, la vera storia di quanto accaduto è venuta a distorcersi
poco a poco, di bocca in bocca, con il passare delle generazioni,
fino a trasformare in Angeli i vecchi seppur tecnologicamente evoluti
colonizzatori terrestri. Una radicata società clericale si
instaurerà e dominerà nei millenni a venire. Il protagonista nasce
credente come chiunque altro sul pianeta, ma spinto da una
irrefrenabile curiosità cercherà di scoprire cosa sia veramente
accaduto quel fatidico giorno di ventimila anni prima. Troverà nella
biologia il campo scientifico d'elezione per raggiungere i propri
scopi. Intraprenderà quindi una ricerca in cui, dall'evoluzione
della vita acquatica, proverà ad ottenere delle spiegazioni
sull'origine della civiltà del pianeta. La sua ricerca porterà a
una scoperta inaspettata che segnerà la fine di un'era.
"Oceanic" getta
le basi per degli spunti di riflessione teologici e sociologici non
da poco, sia per il lettore e la lettrice ate* o agnostic* che per
il/la credente di una qualsivoglia fede. Il romanzo di Greg Egan ci
mette in guardia sul ripetersi delle tragedie umane passate, sul
ripresentarsi di eventi drammatici già avvenuti nella storia umana,
anche a distanza di millenni, qualora venissero storicamente
dimenticati. Cancellata la storia, infatti, si rischia di tornare presto alla barbarie o
peggio ancora all'epoca pre-illuminista. Non si vuole annoiare i
lettori e le lettrici presentando il romanzo come prettamente
antropologico. Esso è soprattutto un'opera narrativa. Un
romanzo, appunto. Niente di più, niente di meno. Ma il pluripremiato
autore australiano ha voluto buttar giù anche un messaggio, per i
lettori e lettrici di oggi e di domani, affinché la sua opera non
fosse soltanto un romanzetto messo lì per farci passare una o due
giornate in serenità. Questo romanzo è un elogio del dubbio, della
ricerca della verità. Perché senza queste due componenti si rischia
di diventare schiavi dei dogmi, oggi come fra ventimila anni.
Flavio Alunni
Nessun commento:
Posta un commento